All'interno delle grosse organizzazioni esistevano infatti i centri meccanografici, attrezzati con una varietà di macchine diverse, fra le quali:
- la macchina perforatrice: per tradurre documenti in schede perforate mediante un apposito codice chiamato appunto codice di Hollerith;
- la macchina verificatrice: che controllava la qualità del lavoro fatto dalla perforatrice;
- la macchina selezionatrice per ordinare le schede, per esempio in ordine alfabetico o numerico;
- la calcolatrice vera e propria per eseguire calcoli numeri in base ai dati letti dalla schede perforate;
- la tabulatrice per stampare i risultati.
Con queste macchine si eseguivano calcoli ad una discreta velocità per quei tempi ma la loro gestione era ovviamente complessa.

Questa tecnologia ha subìto una evoluzione relativamente lenta e bisognerà arrivare quasi alla metà del secolo per parlare di macchine di tipo elettromeccanico.
Per il momento continuiamo con la nostra storia di inizio secolo.
Nel 1925 Vannevar Bush costruisce al Mit un calcolatore analogico battezzato analizzatore differenziale.
Un analizzatore differenziale era un computer analogico meccanico progettato per risolvere equazioni differenziali tramite integrazione. Per effettuare i calcoli utilizzava meccanismi a ruota e disco. Fu una delle prime avanzate macchine di calcolo ad essere impiegate operativamente.
Una successiva variante elettrica è nota come RDA2, Second Rockefeller Differrential Analyzer. Molti modelli di questa macchina da calcolo sono stati costruiti prima della seconda guerra mondiale e sono stati poi ampiamente utilizzati per calcoli delle traiettorie balistiche. Questa apparecchiatura consente di risolvere equazioni differenziali nelle quali entrano fino a 18 variabili indipendenti e si basa sulle idee sviluppate da Charles Babbage un secolo prima, nel tentativo di realizzare la sua “difference engine”

Nel 1936 realizza la "Z1", la prima macchina elettromeccanica sperimentale per l’elaborazione dei dati, controllata da un programma su nastro perforato da 1500 bit. Alla "Z1" seguirà nel 1940 la "Z2" e, l’anno successivo, la "Z3" una calcolatrice digitale programmabile a relè, in grado di effettuare moltiplicazioni, divisioni e radici quadrate in circa 4 secondi. A Zuse spetterà il merito di aver adottato, nella "Z3" a relè, tre elementi fondamentali dei futuri calcolatori elettronici: il sistema numerico binario, la virgola mobile e la programmazione su nastro perforato.